Arrigo Casamurata
Biografia e bibliografia
E' nato a Forlì, il 5 novembre 1930 e tutt'ora vi risiede.
Fin da giovane si è dilettato nello scrivere poesie in dialetto romagnolo. Si trattava generalmente di cronache di avvenimenti che accadevano nell'ambito scolastico, esposte in maniera spiritosa allo scopo di cavarci "quattro risate". Successivamente l'attività professionale lo ha condotto ad avvicinare il mondo agricolo e da questo ha tratto gran parte della linfa che ha alimentato la sua vena compositiva. L'arguzia e la spregiudicatezza di quelle genti (e, in genere, di tutto il popolo semplice) lo hanno "quasi spinto" ad "immortalare" vicende e situazioni che lo colpivano particolarmente. Ma se la predilezione per la satira, (che si avvale dell'iperbole, dell'esagerazione e della caricatura) ha informato gran parte della sua produzione, ciò non gli ha impedito di affrontare anche temi sociali e momenti lirici. La sua produzione si realizza quasi esclusivamente con la "forma" del sonetto, e di sonetti ne sono già nati oltre duemila. La sua "rivelazione pubblica" è avvenuta molto tardi (anni '90). Membro di varie Accademie e Associazioni Culturali che tendono a valorizzare e a sostenere il Dialetto Romagnolo, ha ottenuto diversi premi nei concorsi ai quali ha partecipato. Molte sue poesie sono state pubblicate in riviste; in particolare nella Ludla; mentre "La piê", nel 2004, gli ha conferito il riconoscimento "La Raganella d'Argento"; nel 2014 anche l'Associazione Istituto Friedrich Schürr, gli ha conferito l'ambito premio "L'argaza d'arzent". Con la stessa "poetica" che lo ispira nel comporre Casamurata dipinge, prediligendo la tecnica "all'acquarello". Anche in questo campo ha ottenuto svariati premi e grandi soddisfazioni nelle oltre cinquanta mostre personali effettuate in Romagna e a Bologna. da "Senza pil int la lengva" (raccolta di sonetto dialetto di Forlì, con illustrazioni dell'autore), edito nell'ottobre 2008. |
Arrigo Casamurata
Chi strëz Pignataza 2007 Chi strëz d’memôria d’un temp luntân, armëst in fond a e’ côr ch’a n cardegna d’avé o ch’i s’paréva inòtil, adës i žóva sèmpar piò spes, a mètar una pëza sóra i sbrench dla vciaja. |
Arrigo Casamurata
Quegli stracci Quegli stracci di memoria di un tempo lontano, rimasti in fondo al cuor che non credevamo d’avere o che ci sembravano inutili, adesso servono sempre più spesso, a mettere una pezza sopra le lacerazioni della vecchiaia. |