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Diana Sciacca

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Biografia e bibliografia

Diana Sciacca ha scritto due raccolte di poesie:

  • La porbia dla vi Cuva, con lo pseudonimo Diascia, illustrazioni dell'autrice, pubblicata nel 2004 dall'Associazione culturale castiglionese "U. Foschi"
  • Erba de mi curtil, Forlì, Risguardi, 2012 (opera postuma)
Ha curato la pubblicazione della raccolta Zirvia. Foli, scapiul e pignul di Bruno Masini, e ha collaborato alla pubblicazione della raccolta Fët avéra di Antonio Sbrighi.

Alcuni suoi testi sono stati pubblicati su «la Ludla»:

  • E’ znin, medaglia d'oro al concorso "Antica Pieve" ed. 2008, Novembre 2008, p. 12 
  • Acvarël de’ 1950, prima classificata al Concorso Cooperativa Aurelio Saffi – Amici dell’Arte Aldo Ascione, Maggio 2009, p. 14  

da: www.dialetti romagnoli.it

Diana Sciacca


E’ znin

Antica Pieve di Pieveacquedotto 2008

E’ fa di strid còma di rundon
che i vóla in tònd a séra 
vérs e’ sól ch’e’ cala.
E nenca lo, che e’ fa fadiga a stêr in
                                              pi,

e’ rid, e’ žagöja tot e’ bël de’ mònd.
Tânti fazi a lo d’intóran
che al fa di virs e al diš, al diš.
E lo e’ rid,
cun j’ oc pin ad nùval e gozli ad fôli
e d’éli alžiri.
La n’i fa òmbra la pavura.
J’è oc ch’it fesa avirt, senza malizia;
i n’à vest i spìgul dla ca
né i spen dal rôši.
I su pinsir j’ è badarel de’ vent,
j’è šbres ad piuva sóra dj’oc ch’i
                                           bota.

I s condla a e’ prèm sól
dla stašon piò bëla,
tènar còma al piòmi d’un picin
o una pišghéra in fjór.


Diana Sciacca


Il piccolo



Fa stridi come i rondoni
che volano in cerchio a sera 
verso il sole che tramonta. 
E anche lui, che stenta a stare in piedi,

ride, e canta la bellezza del mondo. 
Tanti volti intorno a lui
fanno versi e dicono, dicono.
E lui ride, 
con occhi pieni di nuvole e di gocce di favole
e ali leggere. 
Non l’adombra la paura. 
Sono occhi che ti fissano aperti e fiduciosi; 
non hanno visto gli spigoli della casa 
né le spine delle rose. 
I suoi pensieri sono trastulli del vento, 
sono scivoli di pioggia sopra gemme in rigoglio. 

Si cullano al primo sole 
della stagione più bella,
soffici come le piume di un pulcino
o un pescheto in fiore.

 


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