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Luciano Fusconi

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Biografia e bibliografia


Luciano Fusconi, classe 1934, E' un romagnolo nato a Bari (da genitori romagnoli) e si è sempre sentito tale, anche se in Romagna per molto tempo non potè venire che una volta all'anno. Questi ritorni furono più che sufficienti per alimentare un sentimento di appartenenza che la lontananza acuiva e arricchiva di consapevolezza anziché attenuare e dissolvere.

Stabilitosi a Cervia nel 1993 dopo il pensionamento, Luciano scopre una vena letteraria e la scelta del dialetto romagnolo pare subito il medium più naturale per dar voce e forma al suo sentire perturbato e commosso, in cui la percezione dell'ambiente naturale (marine, pinete, saline), del volgere quotidiano della stagione coi suoi irri- petibili eventi meteorologici, si svolgono in coerenza con i paesaggi interiori dell'autore, in cui il sentimento non degrada nel sentimentalismo, la memoria in passatismo, e la nostalgia che avvolge i ricordi è una malinconica ninfa gentile, non mielosa retorica.

Da "La Ludla" luglio 2003, pag. 11

Luciano Fusconi



Cvânti völt...

Omaggio a Spaldo 2008

Cvânti völt, cvânti völt i mi pinsir,
che i cór par i sintir dla solitudin,
i zérca amur intigh, vëci emoziôn
gnascóst tra i mi ricurd che i pê smalvis
int e’ nibiôn de témp che u m’scapa vì...!
Cvânti völt a cór drì a cl'ênma burdëla
che la s’guardeva d’intónd, coma smarida,
cvênd ch’l’impareva a pidghê’ pr’al strê de cör.
I m’ven int la mént udur, vëci cantêdi,
e’ sôn d’un urganén ch’e’ miula piân
in spiagia, int ‘na baléra ch’la n’ j è piò.
L’argôr d’un bés che u m’brusa coma fugh,
e al paröl, cal paröl nêdi int e’ cör,
che a dséva a mëza vôs tra i tu cavèl,
purtendt a ca, parchè che u n’ pases l’ôra,
insdé ins la câna dla mi bicicleta
e che, coma al falugh d’na fugaréna,
a’l s’ pirdeva, com ricurd lugré da e’ temp,
int la lêrga d’na nòt ad mëza instêda.

Luciano Fusconi



Quante volte...

Quante volte, quante volte i miei pensieri, 
che corrono per i sentieri della solitudine, 
cercano sapori antichi, vecchie emozioni 
nascosti tra i miei ricordi che sembrano colorirsi 
nella gran nebbia del tempo che mi scappa via...!
Quante volte corro dietro a quell’anima bambina
che si guardava intorno, come smarrita, 
quando imparava a percorrere le strade del cuore.
Mi vengono alla mente odori, vecchie canzoni,
il suono di una fisarmonica che miagola piano
in spiaggia, in una balera che non c’è più.
Il sapore di un bacio che mi brucia come fuoco, 
e le parole, quelle parole nate nel cuore, 
che dicevo a mezza voce tra i tuoi capelli,
portandoti a casa, perché non passasse l’ora, 
seduta sulla canna della mia bicicletta
e che, come faville di una focarina, 
si perdevano, come ricordi consumati dal tempo, 
nell’immensità di una notte di mezza estate.
 

 


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