Maria Piolanti Baldassari
BiografiaMaria Piolanti Baldassari nasce e risiede a Faenza.
Diplomata all’Istituto Statale Magistrale di Forlì, frequenta corsi di serigrafia, batik, tessuto artistico presso la scuola Comunale di plastica e disegno "Tommaso Minardi" di Faenza. Dopo l’esordio pittorico nell’ottava "Rassegna artisti faentini", inizia il percorso espositivo con personali e, su invito, partecipa con successo ad importanti competizioni nazionali, gratificata da oltre un centinaio di premi. Come pubblicista è autrice di saggistica, recensioni, ritratti radiofonici. Collabora con quotidiani, riviste ed emittenti televisive. Partecipa a commissioni giudicatrici in concorsi per giovani artisti e per manifestazioni estetiche. Si dedica alla poesia, alla narrativa ed alla saggistica storica con innata attitudine. L’esordio come scrittrice avviene nella città manfreda (1978) partecipando al 1° Concorso Letterario Radiofonico Regionale “C’era una volta…” indetto dall’emittente faentina “Radio 2001 Romagna”, gratificata col 1° premio. Pubblica, dal 1979, cento di questi “ritratti radiofonici” sulla Rivista trimestrale “ Radio 2001 Romagna”. Offre un continuo tributo d’affetto alla sua terra attraverso costante ricerca di tradizionali memorie romagnole. Istituisce e dirige la rivista mensile “Voci” (1988 – 2011). Qui pubblica le sue raccolte di proverbi faentini, motti popolari, mestieri scomparsi, soprannomi particolari romagnoli, voci agresti, canti natalizi, immaginette sacre d’epoca (“I Santini”), i giochi di una volta. A Cervia (RA) nel 1984 le viene conferito l’ ”Oscar di Romagna” per “validi meriti letterari”. Nel 1991 è nominata “Socio “ dell’Associazione culturale faentina “ Società del Passatore” ed il suo Presidente, dott. Alteo Dolcini, le consegna “E Caplaz de’ Pasadôr”. Giornalista e pubblicista, partecipa su invito, ad importanti competizioni letterarie nazionali incentrate sulla purezza del dialetto romagnolo (parlata faentina), con poesie colorite da espressivi sentimenti e significati profondi. Per queste sue immaginazioni poetiche, in vernacolo ed in italiano, ottiene molteplici significativi premi. |
Maria Piolanti Baldassari
Adêşi spjanlér Il Tiburtino (Roma) 2012 E’ ghina ża e’ lom scur ins e’ sc-jân a vajon da par lò: pin ad lens, óc adumbré, ‘na cavala d’èn adòs, spjanlér sènza prìsia stamżénd şbjavidi foj ‘nt e’ viôl vşén e’ pjazêl, vujoş sól d’ciàcar ben deti da cal voş ‘d chi burdlèt chi dà urècia a tot. Basta ‘na bêva d’ fról ad alżirê la not, ‘na şmarèja cun e’ surìş ch’l’apeja sflèżan ‘nt e’ côr e l’è sòbit micèzia. E’ şgvècia, vilà, şghèt d’ lona e u j rid mo j ócc ad luz chi levda scavèz d’ gudèja e i sbroja pinsir bartèn pr’ un êtar dmân piò bon. |
Maria Piolanti Baldassari
Lento ciabattare Scivola ancora l’imbrunire sul vagabondo uomo solitario: pieno di affanni, occhi appannati, fardello di anni addosso, lento ciabattare calpestando sbiadite foglie nel viottolo vicino al piazzale, desideroso soltanto di affabili parole da quelle voci di giovanotti aperti al dialogo con tutti. È sufficiente un attimo ad alleggerire la notte, un nonnulla sorridente che accenda scintille nel cuore ed è subito amicizia. Sbircia, lassù, falcetto lunare e gli sorridono luminosi gli occhi che lievitano scampoli di gioia e disperdono grìgi pensieri per un altro migliore domani. |